Opera di un maestro comacino della seconda metà del XII secolo, è dovuto a uno di quei "maestri comacini" provenienti dall'area del Canton Ticino, che di generazione in generazione lasciarono molti capolavori in area tosco-laziale. In Toscana, la loro attività è a tutt'oggi visibile soprattutto (ma non solo) in area pistoiese e lucchese.
Il leone qui raffigurato presenta molti danni (alle zampe, rifatte in età moderna, ma anche alla coda), e inoltre i diversi spostamenti che ha subito ne rendono difficile una lettura iconografica. Sotto il corpo è visibile una porzione di pietra non facilmente identificabile. L'iconografia suggerisce che si tratti di un uomo travolto e divorato dal peccato. Anche se non mancano esempi in questo senso (e non solo in area toscana) non si vede allo stato attuale alcun indizio che la scultura potesse fungere da sostegno a una colonna, come era normale.
Il leone è raffigurato con e fauci aperte, con tratti fortemente marcati nella rappresentazione degli occhi, e questo suggerisce una collocazione esterna, in quanto si potrebbe leggere un monito nei confronti di chi entra a non lasciarsi traviare dal peccato.
(Français) - "Maestro Comacino", 2mè moitiè XII siècòle. Ces maitres viennet de Lombardie et ont laissè en Toscane (Péistoia, Lucca mais d'autres èglises) beaucoup de sculptures. Ce lion presente beaucoup d'endommages (les jambes, modernes, mais aussi d'autres parts), et beaucoup de deplacvements lui ont emportè des autres endommages, qui en font difficile une lecture iconographique. Sous le corps, on voit une pierre difficile à lire. L'iconographie nous dit qu'il est un homme perdu par le pechè. à l'etat actuel, mèème si nous avons beaucoup d'exeples de cette façon, on ne peut pas dire avec ceertitude s'il soutenait des colomnes. Le lion a la grande bouche ouverte, et les traits sont representès avec grande evidence. ça nous fait penser àune collocation externelle, comme advertiment pour l'homme qui entre à l'interieur de l'Eglise à ne se se faire pas vainquer par le pechè.
